Le beta-cellule pancreatiche sono le uniche cellule in grado di produrre insulina: una riduzione della loro funzione o del loro numero rappresenta il principale meccanismo che innesca lo sviluppo del diabete mellito di tipo 2. Pertanto, la preservazione e anche la stessa rigenerazione delle beta-cellule sarebbero di grande utilità per prevenire, trattare e persino curare in maniera definitiva il diabete.
I farmaci anti-diabete presenti oggi in commercio sono in grado di ridurre efficacemente i valori elevati di glicemia ma purtroppo non sempre di preservare l’integrità delle beta-cellule pancreatiche.
Il lavoro, supportato dalla “Fondazione Saverio e Isabella Cianciola” e pubblicato nella prestigiosa rivista “Metabolism: Clinical and Experimental” esamina in dettaglio la capacità dei farmaci anti-diabete di arrestare il deterioramento delle beta-cellule pancreatiche e di rigenerare la loro funzione di produrre insulina.
I risultati di questa analisi suggeriscono che alcune categorie di farmaci anti-diabete come la metformina, gli analoghi del GLP-1 e gli inibitori della DPP-4 sono in grado di migliorare la funzione delle beta-cellule e quindi di arrestare o ritardare l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2, in particolare nei soggetti ad alto rischio di sviluppare la malattia. Nei pazienti con malattia recente, il trattamento iniziale con l’insulina utilizzata in maniera intensiva ha mostrato gli effetti più convincenti e duraturi nel correggere la disfunzione delle beta-cellule. Infine, gli analoghi del GLP-1 e gli inibitori della DPP-4 potrebbero essere in grado di ritardare il deterioramento delle beta-cellule e quindi la progressione del diabete di tipo 2 anche nei pazienti con diabete di lunga durata.
Purtroppo, nella maggior parte dei casi, gli effetti benefici di questi farmaci si perdono dopo la sospensione del trattamento, probabilmente a causa della bassa capacità di rigenerarsi delle beta-cellule umane o della persistenza di alterazioni su base genetica, epigenetica e di fattori ambientali che hanno causato il diabete. Per superare queste criticità, nel prossimo futuro dovranno essere realizzati studi con durata più lunga e con la valutazione degli effetti anche la sospensione del trattamento. Sarà anche necessario individuare metodi per studiare in modo più accurato le beta-cellule nell’uomo e nuove molecole in grado di proteggere e rigenerare queste cellule: su questi obiettivi è focalizzata la “Fondazione Saverio e Isabella Cianciola”.